Nelle scorse settimane la Valcomino ha ospitato a Casalattico e a Casalvieri l’Ambasciatore d’Irlanda. L’evento è stato voluto e disposto dall’On. Enrica Segneri, nella sua qualità di membro del Intergruppo Parlamentare Italia Irlanda e da Pierangelo Morelli, responsabile del meet up 5 stelle in  Valcomino, nel  ruolo di operatore socio-economico. Scopo dell’intergruppo è promuovere i rapporti socio culturali ed economici nell’ambito dei paesi dell’Unione Europea, coincidente, per l’occasione, con la presenza in Valcomino della più nutrita e storica rappresentanza dei nostri migranti in terra d’Irlanda. Una presenza dalle caratteristiche antropologiche uniche in Europa.

L’Ambasciatore e i deputati dell’Intergruppo, nonché un folto gruppo di personalità della Valle e della provincia, sono stati ricevuti dai Sindaci Moscone e Benedetti nelle rispettive Sale Consiliari di Casalvieri e Casalattico.

I saluti del Sindaco Moscone, dell’on  ---------- e dell’on  Enrica Segneri  hanno introdotto l’ambasciatore Colm O’Floinn. Nel suo intervento l’Ambasciatore Colm O’Floinn ha citato l’eccellenza dei rapporti tra Italia ed Irlanda nonché i numerosi impegni internazionali comuni ai due paesi e, con inconsueta sensibilità, non ha mancato di citare i due Fish and chips, di cui era cliente a Dublino, dei Rocca e dei Borza, un vero omaggio ufficiale all’attività dei nostri concittadini italo-irlandesi.

Quindi insieme agli interventi dell’Assessore Mario Borza e dell’organizzatore Pierangelo Morelli, anche a Valcomino Senza Confini è stato offerta l’opportunità di un suo contributo. Al termine degli impegni ufficiali, i numerosi italo irlandesi presenti, con evidente soddisfazione stampata sui loro visi, si assiepavano per un foto e sicuramente per una confidenza presso l’Ambasciatore, che a tutti , con inconsueta affabilità e dispibilità ha dato ascolto e attenzione.

In sintesi crediamo che il senso di ospitalità della Valcomino e l’apprezzabile sensibilità del diplomatico irlandese daranno una grossa spinta ai futuri rapporti tra questo lembo della Ciociaria e l’isola di smeraldo.

 

CASALVIERI, 1 Febbraio 2020     

ValcominoSenzaConfini

Qui di seguito riportiamo l'intervento del Prof. Francesco Ianni, presidente dell'Associazione ValcominoSenzaConfini.

Buongiorno

Un omaggio deferente a sua eccellenza l’Ambasciatore, ai Signori deputati dell’Intergruppo  Italia Irlanda, ai Signori Sindaci, a tutti gli ospiti. Rappresento l’Associazione Valcomino Senza Confini, associazione culturale il cui nucleo d’interesse è il mondo della nostra emigrazione. Attraverso il nostro sito web e i social raccontiamo storie ordinarie e straordinarie, quotidiane ed eccezionali dei nostri compatrioti emigrati nel mondo per conservarne memoria.

In questo brevissimo intervento, della cui opportunità ringrazio Piero Morelli e Mario Borsa, intendo   ribadire i sentimenti di ammirazione, simpatia e riconoscenza per la terra d’Irlanda e il suo popolo non solo della nostra associazione, ma, con enorme presunzione, della nostra comunità migrante e non.                                               

Negli anni 70’ le direzioni della vita e il bisogno di conoscere luoghi e genti diverse, mi condussero in Irlanda, a Wexford, fortunato ospite di Nino e Teresa Forte. Durante quel soggiorno di lavoro durato diversi mesi, ebbi modo di visitare e conoscere il sud ovest e l’ovest dell’Irlanda. In quei luoghi era allora ancora maggioritaria la lingua gaelica, in quei luoghi, con  le atmosfere di The quiet man  di John Ford, la precarietà economica e sociale era ancora evidente.

Proprio in quegli anni l’Irlanda aderiva alla Comunità Europea. Da quell’adesione, insieme a scelte dei vari governi del paese, l’Irlanda prese lo slancio per un eccezionale sviluppo economico e sociale, i cui effetti erano visibili già solo dopo pochi anni.  Da allora i destini dell’Irlanda e dell’Italia furono ancora più vicini, perché già condividevano  due fenomeni epocali, tra di essi in relazione: il lungo ed accidentato percorso per l’indipendenza e l’unità nazionale culminato da noi con il Risorgimento ed in Irlanda con la dichiarazione della Repubblica dopo le rivolte dei primi decenni del ‘900..…e il biblico fenomeno dell’emigrazione che affondava le sue radici nella comune esperienza della miseria diffusa, del sottosviluppo socioeconomico, delle carestie micidiali.                                                         

Senza incertezze si trattò  per entrambi i paesi di diaspore, milioni e milioni di persone, uomini donne e bambini, espulsi dalla propria terra e costrette ad affrontare l’ignoto…

Forse è stato proprio quello sfondo di sofferenze e di angosce, con l’occupazione straniera e con  la  diaspora migratoria, a dare corpo alla grande anima irlandese. Un’anima aperta a dispetto dai caratteri propri degli isolani, che respira i valori profondi dell’umanità e della solidarietà.

Per consentire ai miei compatrioti, Sig Ambasciatore, di comprendere e definire meglio i caratteri di quella grande anima irlandese, è sufficiente un sommario elenco dei migliori figli che l’Irlanda ha dato alla storia e al mondo,   Jonathan Swift,  William Butler Yeats,   Oscar Wilde ,  Lady Gregory,  James Joyce, Bernard Shaw,  Sean O’Casey,  Samuel Beckett,  Seamus Heaney   Joseph O’Connor,  Roddy Doyle,  per la letteratura e il teatro,  Peter O.Toole, Mauren O'Hara, Liam Neeson, Pierce Brosnan, Gabriel Byrne, Richard Harris, Cyril Cusack   per il cinema  Sinead O'Connor, Enya, i Riverdance, i Cranberries, Bob Geldof, Lisa Hannigan, Van Morrison, Ed Sheran,  e i favolosi U2 ….per  la musica.  E tutto questo da una comunità nazionale con una popolazione inferiore addirittura a quella del Lazio, intorno ai 4 milioni e mezzo di abitanti.

Ci sono tuttavia ulteriori osservazioni, cui accenno brevemente, a confermare  il concetto della nobiltà dell’anima irlandese.                                            

La prima si riferisce alle attuali migrazioni. L'Irlanda negli anni dal 2000 al 2010 ha accolto quasi un milione di stranieri, pari a più del venti per cento della sua popolazione, senza che emergessero, nonostante le difficoltà e i problemi, significativi fenomeni di xenofobia o di razzismo. Inoltre, sempre in tema di migrazioni possiamo osservare come a ogni sbarco di immigrati in Italia, attualmente, segue la loro redistribuzione in Europa, e tra i paesi che partecipano è sempre presente la piccola Irlanda. Si fa carico di poche unità, di qualche decina, ma accoglie sempre, memore delle sofferenze della sua emigrazione

La seconda situazione si riferisce all’Arandora Star. E ci riguarda un po’ più da vicino. Alla dichiarazione di guerra dell’Italia fascista del 10 giugno del 1940 il governo inglese ordinò  l’internamento dei cittadini italiani presenti in Gran Bretagna, temendone un’attività di spionaggio e di sabotaggio. Si trattava in grandissima parte di connazionali emigrati laggiù da tutta Italia, spesso da decine di anni e spesso naturalizzati inglesi.  Il 2 luglio dello stesso anno una nave, l’Arandora Star appunto,trasportava centinaia di questi internati in Canada. Al largo delle coste del nord Irlanda, ossia del Donegal  e dell’ Ulster, la nave fu silurata da un sottomarino tedesco. Furono più di 800 i morti,  450 furono le vittime tra i prigionieri italiani, di loro ben 8o venivano dal sud della provincia di Frosinone e zone limitrofe, e 39 di essi erano della Valle di Comino, di Picinisco, Casalattico, S.Biagio, Atina , Belmonte, Villalatina. Dopo qualche giorno sulle coste del Donegal, di Mayo e di Sligo  le correnti marine cominciarono a spingere i cadaveri delle vittime, decine e centinaia, tra di loro molto probabilmente anche i corpi di nostri conterranei.

Erano coste di piccole comunità di pescatori, spesso poveri. Ma quelle salme con un gesto di pietas eccezionale furono recuperate, restituite a dignità, segnalate alle  autorità e pietosamente inumate sui posti dove le aveva spinte il mare. Ora quelle tombe, segnalate da cippi e steli sono dei piccoli giardini tutti religiosamente custoditi da quelle stesse comunità.                              

Come si fa a non amare dunque questa IRLANDA, ospitale e sorridente, magica e chiara, introversa ed aperta, con il suo cielo che Si ubriaca di stelle di notte e il mattino è leggero, che da più di un secolo accoglie tanti nostri conterranei a cui ha dato serenità e dignità…

E' un'emigrazione sui generis la nostra, da studio antropologico, ancora oggi alimentata da giovani che partono, sulla scia della storica e consolidata emigrazione da Casalattico.

La loro presenza e' diffusa in tutta l'Irlanda. La loro integrazione per intensità e profondità è abbastanza diversificata, ma sempre distinta dalla gratitudine per il vostro paese. Il rapido e frenetico sviluppo economico, ha consentito occupazione nei più svariati settori. Non più dunque solo Fish and chips, ma informatici, chimici, tecnici, operatori nel commercio e nei servizi, sino a presenze significative nel settore della cultura  ecc.

Proveniva infatti da questa Valle, esattamente da Gallinaro, un poliedrico personaggio, scrittore, attore, musicista, gastronomo, sino a pochi anni fa forse la più prestigiosa firma del giornalismo gastronomico irlandese che dalle pagine dell’Irish Times recensiva i temi della buona cucina e della buona alimentazione appartenenti alla nostra cultura gastronomica, senza nulla togliere ovviamente all’ottima qualità dei vostri pesci e delle vostre carni. Si chiamava Paul Tullio ed era fierissimo sia delle sue origini che della sua cittadinanza irlandese da essere strettissimo conoscente di Chris de Burgh, di Paul MacGuinness, di Bono Vox, John Boorman ecc. tutti da lui ospitati nella Valcomino.

I voli low cost poi hanno reso tanto frequenti le spole tra la Valcomino e l'Irlanda, che spesso  non si ha la percezione di quanti effettivamente essi siano o dove essi  risiedano.

Un paio di anni or sono mi recai a rendere omaggio al monumento ai caduti della battaglia di Vinegar Hill, presso Enniscorthy. Pochi giorni fa sfogliando, per questa occasione, un libro di poesie ho trovato questi versi di Seamus Heaney.  Si tratta di una poesia che lei conoscerà certamente, e che mi permetto di proporle perché mi ha intrigato l’ orzo che cresce sulle tombe dei caduti, mentre un nostro poeta, Fabrizio De Andrè parlava di papaveri rossi…        

     

 

REQUIEM PER I RIBELLI IRLANDESI

 
 

Con le tasche dei cappotti piene d’ orzo

Ci spostavamo rapidi e improvvisi nella nostra terra.

Il prete dietro ai fossi, tra i pezzenti,

 un popolo in marcia a stento, in cammino,

scoprendo nuove tattiche ogni giorno:

colpire briglia e cavaliere con la picca,

scatenare la mandria contro i fanti,

poi ritirarsi tra le siepi per disarcionare la cavalleria.

Fino a Vinegar Hill, al conclave finale.

Morimmo a migliaia sui terrapieni, falci contro il cannone.

Il pendio si arrossò della nostra onda infranta.

Ci seppellirono senza sudario né bara,

in agosto crebbe l’orzo sulle nostre tombe.

 

                    Francesco Ianni

 

 

L'album fotografico della giornata al link in basso

  Visita dell'Ambasciatore irlandese Colm O’Floinn in Valle di Comino  

 

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