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Bruno Colucci – Manager, buongustaio, cuore napoletano. Vive a Parigi in Francia

DA PARIGI, di Bruno Colucci

Dal 13 di marzo, mi trovo confinato a casa, a Parigi (dove sono nato), in compagnia di mia moglie e mia figlia che fa telelavoro (odio la parola “smartworking” che in Italia viene considerata più «figa» da chi, spesso, non parla neppure inglese).

Devo ammettere che mi sento piuttosto privilegiato, perché la casa è spaziosa e dispone di un giardino. Per fortuna dall’inizio del blocco si gode anche un meteo clemente.

Purtroppo non per tutti è cosi. Sono consapevole che ci sono nuclei familiari di più persone confinatI in piccoli appartamenti. Immagino che la cosa debba essere molto pesante in queste condizioni, come succede nelle periferie francesi, spesso ghetti sovraffollati, da dove giungono notizie di violenze continue nei confronti delle forze dell’ordine che tentano di verificare la legittimità degli spostamenti.

Direi che fino a poco fa, le regole sono state seguite piuttosto seriamente dai francesi anche se, da pochi giorni, l’ambigua comunicazione dello stato, volontariamente ottimistica (e francamente non ce ne sarebbe motivo) tende a provocare frequenti violazioni delle regole.

Per tutta la mia vita, professionale e non, ho sempre fatto il pendolare Francia - Italia e tendo sempre a fare il paragone tra i due paesi. Pertanto, quando sono tornato il 13 Marzo da Napoli, avevo già l’esperienza di una settimana di confinamento in Italia.

Ne approfitto per salutare il fantastico comportamento civico dei napoletani, contrariamente a quanto vorrebbero insinuare i Media.

«L’esperienza» italiana si è poi rivelerà molto utile ai francesi, facendogli risparmiare errori e decessi…

Comunque sono salito a bordo dell’Alibus per Capodichino con autista provvisto di guanti e mascherina, il mezzo era gestito nel rispetto del distanziamento tra gli utenti. Pertanto sono stato molto sorpreso (per non dire preoccupato) nel vedere che né il personale di bordo dell’Air France, né i passeggeri indossavano guanti e mascherine e il volo era affollato. Ho pensato allora che era assurdo aver seguito seriamente le regole in Italia per poi rischiare di prendere il virus stupidamente già nel volo di rientro a Parigi. Stessa atmosfera irresponsabile all’arrivo a “Charles De Gaulle”, meno male mia moglie era venuta a prelevarmi e ho evitato i mezzi pubblici.

Tutto questo mentre i media francesi continuavano a far credere alla gente -come spesso succede- che da questa parte delle Alpi si era al riparo di tutto. L’Italia (in prima linea) veniva ufficialmente derisa e criticata nella sua gestione della pandemia e ampiamente definita come il paese untore del resto del mondo con una terribile comunicazione anti «made in Italy». Il seguito degli eventi ha dimostrato che il virus viaggia senza passaporto e che i francesi non si sono poi rivelati più bravi degli italiani, anzi ricordo che i primi casi di coronavirus erano stati  constatati proprio in Francia, mentre durante questo periodo in Germania si ordinavano massicciamente mascherine.

Evabbè ! tutto questo per dire che, finalmente il presidente Macron ha finito per annunciare il confinamento in Francia dal 17 marzo, avendo aspettato che si tenessero le elezioni comunali, nazionali, il 15 marzo, mandando milioni di francesi in giro a votare.

Notare che molti osservatori assicuravano che Macron avesse aspettato volontariamente perché tentato dall’immunità di gregge. Ripeto, tutte queste approssimazioni non hanno favorito l’immediato rispetto delle regole da parte dei francesi, parchi e centri città pieni di gente a spasso.

Alla fine, incredibilmente con 10 criminali giorni di ritardo e distacco, risulta che le curve italiane e francesi dei contagiati, vittime, si sovrappongono drammaticamente (siamo a 20000 decessi e quasi 6000 persone in terapia intensiva). La Francia che ci criticava non ha fatto meglio.

Molto paragonabili anche le disponibilità di posti negli ospedali, l’impossibilità di procurarsi guanti, gel e mascherine. Francia e Italia stanno pagando il risultato di scellerate politiche di  "austerity", a discapito della Sanità, dettate da fuori.

Non so in Italia ma, in Francia, il 40% delle vittime è deceduto nella solitudine nelle cosiddette "case di riposo per anziani" (EHPAD).

Stessa agghiacciante incompetenza della tecnocrazia dirigenziale e politica.

Stesso comportamento irresponsabile dei dirigenti:

  • Zingaretti aperitivo ai Navigli il 27/02
  • Macron al teatro con la signora lo 06/03
  • Stesso dramma umano
  • Stessi reparti ospedalieri al collasso
  • Stesso comportamento eroico dallo staff sanitario
  • Stessa presa di coscienza dell’importanza di quegli anonimi lavoratori, dei servizi, del commercio alimentare e farmaceutico, della logistica, delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco, dell’apparato sanitario che ci consentono di sopravvivere …

Come dicono a Napoli: CHIST’E !

Per concludere, siamo sempre senza medicinali, senza mascherine, senza gel, senza regole precise, senza vaccino, senza tamponi, senza test sierologici, ma stiamo parlando di sconfinamento progressivo, tipo « STOP and GO». Mediaticamente si sta sentendo di tutto e il contrario di tutto. In poche parole deve riprendere il business, altrimenti il rimedio (che non c’è) sarà peggiore del male?

Staremo a vedere! Dopo (o probabilmente con) il virus… urge lasciarsi contagiare dall’ottimismo !!!!!!!

Bruno Colucci

 

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