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Franco Pozzuoli – Esperto di cavalli da corsa –fumatore accanito. Vive a Toronto  in Canada

DAL CANADA 09.05.2020, di Franco Pozzuoli

Era già nell’aria da qualche giorno, poi il primo ministro parlando davanti alla sua residenza disse che ci sarebbe stato il “lock down”. Disse anche che avrebbe stanziato diversi miliardi (qui li chiamano bilioni) di dollari per supportare l’economia e i cittadini, di rispettare le regole che sarebbero state imposte e di non preoccuparsi eccessivamente, tanto si poggia su basi solide. Tutto bene! Decisi di affrontare la situazione con stoica determinazione. Se nonché nei giorni seguenti dovetti constatare che non potevo più prendere il caffè espresso nel mio bar preferito, niente più scommesse ai cavalli perché questi non correvano più, e niente più “scala quaranta“ dopo cena perché il locale dove ci riunivamo era serrato.

Allora  quella lieve angustia che mi serpeggiava nel petto prese a salire. E già, perché questo malessere era cominciato un paio di settimane prima, quando Ivan il croato cominciò a venirmi intorno mostrandomi il suo telefonino nella sala scommesse: i flash d’agenzia riportavano “In Italia 74 casi di coronavirus” e man mano che i giorni passavano, oggi 156, oggi 380….”. Come se ciò non bastasse ci si aggiunse pure mia figlia, che chiamandomi da Singapore mi diceva: “Papà, ma che sta succedendo in Italia? non sono capaci…”

Capivo benissimo quello che Ivan i croato e mia figlia volevano dirmi. L’Italia era stata eletta dal coronavirus, e noi per qualche congenita tara ereditaria non eravamo in grado di respingere le sue “avances”. Stavamo diventando lo zimbello del mondo. Ora voi dovete saper che nonostante risieda  qui da più di cinquantanni, tutte le volte che mi toccano la mia “Italietta” gonfio il petto e mi dispongo a difenderla a “viso aperto”. Allora mi misi ad ascoltare tutti i telegiornali e a consultare internet. Passò qualche giorno ma poi la Spagna, il povero Belgio, persino la Francia uscirono dal gruppo  e incominciarono ad inseguire. Ci volle qualche giorno ancora ed alfine il Regno di Boris e gli Stati di Donald si sganciarono ed in testa si formò un bel drappello. Fu allora che mi dissi che la giustizia in questo mondo esiste ancora e la mia angustia si alleviò un po’. Rimaneva il problema di come affrontare questi giorni interminabili, in cui uno a meno che non consulti attentamente il calendario perdi la cognizione del tempo e dei giorni che passano. Si decise insieme alla mia compagna per una “routine programmata”. Lei si alza quando vuole, io a mezzogiorno. Si fa colazione, si ascoltano i telegiornali. Quindi si esce per una camminata. Qui di spazio ce n’è  tanto e si può andare anche lontano da casa. Non c’è pericolo di assembramento perché la gente che cammina è poca, e quando ci si incontra ci si evita come si avesse reciprocamente la lebbra (sic). Al ritorno la massima cura viene dedicata alla preparazione del pranzo. Confesso che la mia abilità culinaria sta migliorando di giorno in giorno. E’ arrivato il momento del telegiornale della sera e quindi l’inevitabile seduta davanti a Netflix. Fra le tante cianfrusaglie che qui s’incontrano posso suggerire un paio di perle del cinema francese  “Choriste”. E’ arrivata l’una di notte e la mia compagan se ne va a letto mentre io mi ritiro in tutt’altro quartiere. E qui cominciano i veri tormenti, perché io da quaranta anni a questa parte non riesco a prendere sonno prima delle cinque del mattino. Ho provato a risolvere qualche “sudoku”, a leggere qualche pagina di un libro preso a caso, ma le cinque tardano ad arrivare. Allora mi sono detto che bisognava cambiare tattica: dovevo affidare la speranza di assopirmi all’analisi di argomenti di fisica.  Ho ponderato se il gatto di Schrödinger rinchiuso nella scatola fosse vivo o morto, lo spazio Calabi-tan avesse dieci o tredici dimensioni, se bisognasse anteporre essenza ad esistenza, ma tutto l’impegno di elaborazione mentale non è valso a nulla perché i neuroni del mio cervello si sono rifiutati di funzionare, ed ho continuato ad agitarmi nel letto sino alle cinque. Qualche informazione sui Covid 19 qui da noi non è che non attecchisce, i suoi morti li sta facendo pur bene, è che sembra mostrarsi più benevolo che altrove, eccezione fatta per quei vegliardi che sono stati depositati nelle case di riposo in attesa della morte. La morte per tanti, per troppi di loro arriva prematura. I fondi pensionistici che di questi tempi devono essere in crisi ovunque, vista la severa congiuntura economica, sembrano vogliano sfoltire il numero delle utenze. Ad ogni modo la curva si sta appiattendo ! a proposito di curva, non vi sembra che il povero Cartesio si stia rigirando nella tomba visto l’uso spropositato che si fa delle sue coordinate, per terminare prendo lo spunto dalle parole di papa Francesco, per una riflessione geniale. Di questi giorni si è visto spesso in televisione, come pregasse Dio affinché guidi la mano dei “sovrani” e l’azione degli uomini a liberarci da questo flagello. Allora mi sono detto: “Perché mai dovrebbe farlo? Perché contraddire la sua volontà? Non è stato forse lui a mandarcelo? Qualche predicatore domenicano, senza eccedere nel sofismo non avrebbe nessuna difficoltà a dimostrare che ce lo siamo guadagnato.

Franco Pozzuoli

 

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