Incrociando Garibaldi…

Grazie a Cesare Erario qualche settimana fa, presso il Palazzo Ducale di Atina, abbiamo ospitato ed ascoltato una donna eccezionale: Annita Garibaldi- Jallet. Figlia di Sante, nipote di Ricciotti e pronipote di Giuseppe Garibaldi.

Senza addentrarsi nei percorsi della storia conviene sempre ricordare che Giuseppe Garibaldi, dopo Leonardo da Vinci e’ tra i personaggi italiani più conosciuti al mondo. Annita e’ una donna straordinaria: curiosa, affabile e disponibile, e con spalle che portano con una fierezza composta un cognome poderoso. Per conoscere questa signora si rinvia a:

http://www.ereditadigaribaldi.net/annexes.php?annex =annita .

La vicenda che ci ha riportato è sorprendente: un intreccio di combinazioni e coincidenze che mette insieme arte, emigrazione e storia nazionale.

Il perno della storia è Almerinda Caira. François-Maurice Roganeaux, nato nel 1883, è un pittore, scultore ed illustratore appartenente ad una famiglia bene di Bordeaux. Nel 1906 aveva vinto il Gran Premio di Roma, risultando primo nella pittura e secondo nella scultura. Il premio era una sorta di borsa di studio che gli consentiva un lungo periodo di studio e di ricerca pittorica risiedendo a Villa Medici, presso l’Accademia di Francia a Roma.

Almerinda Caira, nata ad Atina nel 1889, poco più che sedicenne, attraverso percorsi non conosciuti, aveva raggiunto Roma con l’obiettivo di posare come modella per pittori. La sorte fece incontrare e successivamente innamorare i due.

Le infelici condizioni familiari di Almerinda non impedirono a Francois-Maurice di sposarla, di condurla a Bordeaux e di imporla alla sua famiglia.

A Bordeaux, siamo negli anni venti/trenta, il Roganeau, pur continuando la sua attività di pittore, è nominato direttore della scuola di Belle Arti della città. 

nato nel 1885, figlio di Ricciotti Garibaldi, aveva alternato studi tecnici, spedizioni scientifiche ed attività imprenditoriali nell’ambito delle costruzioni, con la partecipazione in qualità di volontario, in pieno spirito garibaldino, agli eventi del conflitto Balcanico per la totale indipendenza della Grecia dall’Impero Turco del 1912, ed agli eventi della prima guerra mondiale, dapprima sul fronte francese e quindi sul fronte italiano. La definitiva presa del potere da parte del fascismo induce Sante, nel 1925, a rifugiarsi in Francia dove riprende la sua attività imprenditoriale nell’edilizia.                                                                                                                    

Nel 1933 la società di Sante vince l’appalto per la costruzione dello stadio di Bordeaux , una struttura avveniristica per quei tempi,   in quanto primo esempio di struttura sportiva con tribune in cemento armato interamente coperte.                                                            

Sante nel ruolo di costruttore e Roganeaux nel ruolo di responsabile della parte artistica nella costruzione dello stadio, si conoscono. Le famiglie iniziano a frequentarsi.   All’invasione tedesca della Francia del 1940, Sante entra nella Resistenza. Catturato dalla Gestapo sarà internato a Dachau. Nel 1946 a causa delle ferite riportate in prigionia morirà. Le famiglia Garibaldi e la coppia Roganeaux-Caira continuano tuttavia a frequentarsi con intensità. 

Almerinda, come tutte le altre conoscenze della madre, diventerà “zia Almerinda” per la piccola Annita che nel frattempo, 1942, è venuta al mondo. Giunta agli anni nostri la Sig.ra Annita, che conosceva già bene le storie della altre “zie” francesi, vorrà colmare il vuoto di ciò che non conosce della “zia Almerinda”. Le tracce del cognome Caira la condurranno all’”Academie Vitti” e ad Atina.

La vicenda di Almerinda intriga Annita al punto che inizia a ricercare quasi freneticamente tutto sulla donna: date, luoghi della nascita, luoghi della sepoltura, passando per le opere nelle quali è stata rappresentata. Il racconto di Annita si riempie dei ricordi personali e delle vicende della vita di Almerinda, che scomparirà nel 1968.   Particolari e rapporti ricchi di umanità e di sensibilità, di momenti artistici, di tenerezze e di accettazioni di ruoli non sempre agevoli.   Un racconto che per due ore ha sedotto   i presenti facendo riaffiorare ricordi di Storia, e emozioni per la “favola” della “nostra” Almerinda con l’autorevole pittore francese.

L’intera vicenda è ultradegna di una documentazione scritta. Documentazione che Annita medita di elaborare insieme ad altri progetti di memoria per Almerinda. Progetti che coinvolgerano, auspicabilmente, la nostra comunità nelle figure delle istituzioni di Atina e della Valle.            

        

La presentazione di Cesare Erario, il saluto di Silvio Mancini e il “poemetto” di Lindo Fiore e l’intervento di Bruno Vacca sono stati ragguardevole cornice del sorprendente racconto di Annita Garibaldi.    Dunque la favola di Almerinda in questa bella Storia continuerà….

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