Se immaginate una persona sotto forma di pianta, questa è la collocazione di Piero Greco: radici nell’assolata Pettella, piccola contrada che si affaccia da sud alla Valcomino tra Iacovelli e Serravoglia, e chioma al fresco degli stadi di ghiaccio del Nord America dove esercita la sua professione di allenatore/coach di squadre di Hockey su ghiaccio di Toronto.

Piero è uno di queI baldi giovanotti che mascherati da Ufo Robot schizzano come proiettili sui pattini, con un bastone spesso a mezz’aria minaccioso come una spada, inseguendo un dischetto che quando prende botta raggiunge i centocinquanta km/h !!!! Piero in verità gioca nel ruolo di portiere, punto chiave della squadra, perché, confermando una regola che noi conosciamo bene nel calcio, “il miglior attacco è la difesa…”.

Piero è nato in Canada nel ’68, terzo figlio di Adelaide D’Agostini ed Augusto Greco. Inizia da subito a frequentare l’hockey che in Canada è sport nazionale. Gioca con la squadra dei Toronto Marlboros e si avvia ad una brillante carriera.

In Italia l’Hockey è diffuso e praticato quasi esclusivamente in Alto Adige e nel nord della Lombardia. Ed imitando le nostre squadre di calcio che pescano molti giocatori negli allevamenti oltreoceano soprattutto del Brasile e dell’Argentina, le nostre squadre di hockey pescano nel campionato Canadese. Spesso ingaggiano atleti canadesi di origine italiana, agevolati dalla possibilità di recuperare la cittadinanza italiana. Questo accade a Piero. A ventidue anni si trasferisce in Italia dove, con una parentesi in squadre inglesi, rimane sino al 2002. Ha giocato in diverse squadre del nostro campionato: nella Fiemme Cavalese, nel Varese, nel Ritten Renon di Bolzano e nel Vipiteno.

Ovunque ha lasciato un ottimo ricordo, come giocatore e come uomo: schietto, aperto, pronto allo scherzo e sempre positivo. Questo ce lo hanno confermato alcuni dirigenti della Società Hockey di Fiemme Cavalese, che lo hanno conosciuto e che abbiamo consultato telefonicamente alla ricerca di informazioni. Per giocare in Italia Piero ha recuperato la cittadinanza italiana, è ridiventato cittadino di Casalvieri. Ha prestato anche servizio militare, ossia ha prestato il servizio nelle sezioni sportive dell’esercito. Piero è molto soddisfatto della sua avventura italiana, e per rafforzare questa sua “riconoscenza” tornando in Canada ha portato via per ricordo una deliziosa ragazza altoatesina di nome Annalisa, che da ventiquattro anni è sua moglie…

Ora Piero oltre ad essere a tempo pieno l’allenatore dei portieri del Toronto Marlies, gestisce una sua scuola privata. Nella “Piero Greco Goalie School”, http://grecogoaltending.com , emergono le radici della sua cultura: insegna ai suoi giovani portieri non solo le basi e le tecniche del ruolo, ma ad essere dei buoni cittadini, a rispettare gli altri, ad apprezzare ciò che si ha.

Come gli insegnava il padre: “devi avere rispetto per gli altri”:

“On top of teaching his students the fundamentals of the game (like proper butterfly technique, rebound control, recoveries, and good agility) he tries to teach them to “be respectful, to appreciate what they have in life,” and, even more important than being good goalies, “to be good people.” If there’s one thing his time in Italy and his Italian upbringing taught him, it’s to have respect. “You had to respect people,” he says, a quality his father – who came to Canada as a teenager from Casalvieri, a small town not far from Rome – impressed upon him at an early age.”    

http://www.panoramitalia.com/en/sports/hockey/toronto-marlies-goalie-mentor/4110/                                                                                                                                                                                                                             

In diverse simili occasioni è capitato che altri giovanotti, con lontane o vicine origini in Casalvieri, siano venuti in Italia per giocare, in campionati o in tornei stagionali. Auspichiamo che trovino il tempo di fare anche una corsa a Casalvieri, per un saluto e per una traccia delle loro origini.

Di più non possiamo, ma un brindisi ed una pizza lo garantiamo.

 

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