Continuano ad arrivare. Sono giovani ma anche intere famiglie. Lasciano l’Italia e arrivano a Berlino, a Francoforte e ad Amburgo.

«I giovani se la cavano bene – racconta Padre Tobia Bassanelli, da 40anni nel Paese tedesco (delegato nazionale delle Missioni Cattoliche Italiane di Germania e Scandinavia, ndr) – parlano inglese e hanno studiato. Trovano lavoro e casa facilmente. Per le famiglie il sogno di trovare un lavoro e una vita dignitosa, dopo aver lasciato alle spalle il proprio Paese, è più complicato». La storia si ripete, come cinquant’anni fa la Germania è una delle mete più ambite per i nostri connazionali. Sono oltre 700mila gli italiani attualmente residenti. Sono soprattutto i parenti e gli amici di chi ha percorso lo stesso viaggio decenni fa e ora può contare su una situazione stabile. Come il fotografo napoletano, un libero professionista che l’anno scorso, senza ormai più un lavoro ha preso baracca e burattini (nel vero senso della parola) e si è trasferito vicino a Francoforte da parenti. «Si è portato tutti i macchinari da Napoli – racconta il parroco missionario – ha preso un negozio in affitto e si è stabilito da parenti, con moglie e due figlie adolescenti. A lui è andata bene. Il business è decollato ed ora è stabilmente qui. Fa il fotografo per matrimoni, battesimi e cresime». Sono in diversi, però, prosegue p. Bassanelli, ad incontrare difficoltà e ad essere costretti a ritornare indietro. «Molti adulti arrivano qui che non parlano neanche l’inglese. Arrivano con pochi soldi, perché in Italia hanno perso tutto e quel poco che è rimasto l’hanno investito per fare il grande salto in Germania. I parenti li ospitano per un po’ ma poi la convivenza diventa difficile. Gli affitti sono alti e se non trovi subito un lavoro (molti italiani lo fanno in nero per sopravvivere e per non ritornare indietro) non ti resta altro che tornare sui tuoi passi. Purtroppo negli ultimi tempi abbiamo dovuto pagare il biglietto di ritorno ad alcuni italiani perché non avevano più nulla». (D.Fas.)

Francoforte 

estratto da Migrantes online- 2017 - Ottobre 2017 - 18 ottobre