Accade che ti imbatti in una persona attraverso quanto ne riferisce una terza persona. Sono informazioni  intriganti e le insegui. Trovi conferme e prove che suscitano interesse e curiosità. Ne scaturisce una immediata ed istintiva simpatia.

È indiscutibile che “Morelli’s”, in Irlanda del Nord, rappresenti un autentico brand che simboleggia una famiglia di origini italiane e la produzione di gelati.

1920: tre fratellini, Eugenio, di 7 anni, Emilio, di 4 e Giovanni, appena 1 anno, rimangono nel giro di pochi mesi orfani sia del papà che della mamma… Tragedia immane. Il papà è morto a causa di un’infermità contratta in guerra, la mamma per malattia. I bambini vengono separati per essere affidati agli zii.



Nelle settimane scorse, in un letto d’Ospedale a Toronto è scomparso Onorio Moscone. Un lutto collettivo: della famiglia e dell’intera comunità dei Casalvierani a Toronto.

Suscita tenerezza questa coppia di Broccostella. Enrico è sempre vivace, fresco negli interessi e nei progetti di un giovanotto di 92 anni, con qualche amnesia che si affaccia qua e là, subito corretta da Rosina, la sua compagna della vita, che lo osserva amorevole e protettiva, pronta ad integrare e correggere il suo racconto.

Una “ragazza” vivace, minuta, erede di antica bellezza. Nata a Berlino nel 1943, nel pieno della tragedia della 2 guerra mondiale. Sangue italo-tedesco nelle vene, nazionalità e cittadinanza fieramente ed ostinatamente italiane nei documenti e nell’anima.

Saverio Borza è un giovanotto sornione, azzimato ed elegante originario di Montattico (Casalattico). La sua famiglia possedeva un locale di “Fish and chips” in Drogheda (Irlanda), che lui stesso ha gestito con soddisfazione sino all’anno scorso.

Per anni e anni Mario Cesidio Schiavi ha dedicato tutti frammenti di tempo che poteva recuperare tra le incombenze quotidiane, a prendere appunti, ad annotare, a scrivere su Gallinaro e la sua gente tutto ciò che lo sguardo e la memoria gli consentivano. 

“Domenico, Domenico ho trovato un altro cucchiaio bruciato”. Con voce tremante, mia madre mi chiama per dirmi che ha trovato un altro cucchiaio bruciato in casa. Mi sento come se l'aria fosse stata rapidamente risucchiata dai miei polmoni e il mio cuore inizia a battere forte. Ci risiamo.

IRKUTSK È LONTANA? di Laura Ciavardini 

Tempo fa al telefono con Franco:

  • Irkutsk è lontana dal posto in cui sei stata tu in Siberia, da Novosibirsk?
  • Beh dipende, con il treno forse ci vuole un giorno, per i russi non è tanto, per gli italiani sì!
  • Eheheheheh… Ma tu ci sei stata?
  • No, ma vorrei, visto che è la città più vicina al lago Bajkal. Perché?
  • Non ci crederai mai, ma pare che dei tizi di San Biagio Saracinisco abbiano aperto un cinematografo lì nei primi del Novecento…

 

 

Ci siamo sempre chiesti, soprattutto alla luce delle opportunità e dei bisogni di oggi, come e di che vivessero coloro che nei tempi passati abitavano in una località come Montattico, con strade e sentieri sterrati, senza altri mezzi di comunicazione, a cinque chilometri da Casalattico, da percorrere a piedi o a dorso di mulo, perché le prime automobili cominciarono a salire lassu’ solo sul finire degli anni cinquanta.

di Onorio Colucci 

Vedrai, disse il mio amico Sandro. “Te ne pentirai!”.  “Beato te, sarai felicissimo!”, disse sua sorella Patrizia.

Il giovanotto era ancora adolescente. Indossava una camicia bianca buona e un paio di pantaloni di fustagno leggero stirati alla meglio, ma pulitissimi e dignitosi, tutto azzimato per i tempi, capelli umidi per una scriminatura perfetta. Si avviava per viottoli, sentieri e brevi tratti di strada carrabile sterrati verso Casalvieri.

di Silvano Tanzilli

In questa epoca coatta (causa coronavirus) della nostra esistenza, Sky cinema regala inaspettatamente ai propri abbonati una serie di pellicole cinematografiche di grande valore. In partcolare ho apprezzato la retrospettiva del  regista Anthony Minghella, personaggio a noi particolarmente caro.

Serafina è una signora di mezza età. Un sorriso che ispira simpatia, un carattere positivo ed apparentemente placido, perché si ritrova una curiosità, una energia ed una vivacità speciali. 

Se vi accingete a leggere la terza parte del mio racconto-verità, lasciate che vi accompagni con qualche richiamo alle prime due parti. Siamo nel bel mezzo della “grande emigrazione” verso il Nuovo Mondo, tra 1800 e 1900, e da Alvito partono centinaia di uomini, spesso seguiti da donne e bambini. Sono per lo più braccianti agricoli, che cercano lavoro, condizioni di vita migliori, un futuro per i loro figli.

 

 

Era emozionata Susan Bianchi Lewis, residente negli Sati Uniti, quando il Sindaco Valente l’ha ricevuta per porgerle  il benvenuto suo e della comunità di Atina. Susan non era più tra estranei, ma era accolta dalle braccia della città dove suo padre nacque più di un secolo fa, e che per tutta la vita non aveva avuto occasione di conoscere.

di Minerva Vitti Rodríguez

L’arrivo

Arrivare a casa dei miei bisnonni a Grotte dell'Acqua è stato come entrare in una dimensione sconosciuta, un viaggio nel tempo e nello spazio, in quella casa ristrutturata da mio zio, ora sospesa, senza più quella energia dei primi anni del secondo dopoguerra, in cui dozzine di persone dormivano stretti sul pavimento perché non avevano altro posto dove andare.

Oggi ad Alvito nuovo slancio per un progetto di accoglienza e di ospitalità della Valle verso i nostri concittadini nel mondo. In realtà molto spesso, dopo diverse generazioni, si tratta di cittadini stranieri, con origini nella Valcomino.  Un’origine con la sua precisa quota di “GENIUS LOCI…”.

Elissa Montanti è nata a Staten Island, una circoscrizione della città di New York. Ha lavorato come tecnico di laboratorio presso l’Ospedale di Staten Island, nello stesso tempo si interessava di musica, pittura e poesia. 

La scomparsa della madre e della nonna è stata molto traumatica per lei, ma ha superato lo smarrimento dedicando le sue energie alle vittime più strazianti delle “moderne guerre”, i bambini.

di Maria Iacobone

OLTRE LA SPERANZA (seconda parte)

Il bastimento su cui viaggiano Giovanna trentaquattrenne e i suoi due figli Cesidio e Domenico, di 9 e 7 anni, si chiama Chateau Yquem e salpa da Napoli i primi di maggio del 1899.

Antonio  insegue ed ama Benedetta. Entrambi vivono nelle campagne di Casalvieri. Nasce una bimba che sarà chiamata Gelsomina. Prima che la bimba venga al mondo Antonio parte per l’America. Promette e giura che presto porterà Benedetta con sé. La dura vita nei campi, gli sguardi ambigui di condanna sociale del vicinato, la custodia dei vecchi genitori  rendono spasmodica in Benedetta l’attesa che la promessa si  realizzi. 

Era sul punto di chiamarsi Anastasia, quasi a presagire un destino. Poi, su desiderio materno fu chiamata Alana, il femminile di Alan o di Alain.   Il suo significato è “Attraente”. Ed Alana, che attraversa il passaggio che dall’adolescenza porta alla giovinezza, è realmente attraente con la sua movenza di cammino: non calpesta ma sfiora, accarezza la superficie, il pavimento.

 

(…) “Mamma, non hai dei brutti presentimenti? Non ti fa paura, andare in un posto che non conosci?”. Gli occhi della mamma si fecero pensosi ma dolci. “Paura? Un poco. Ma poco. Non voglio pensare, preferisco aspettare. Quel che ci sarà da fare lo farò”… “Ma come credi che sarà la vita, laggiù? Non credi che potrebbe anche essere meno bella di quel che ci aspettiamo?” “No, ” rispose la donna prontamente. “Non credo. Ma non bisogna pensarci. Vedremo quando saremo là.”(…)

FURORE, John Steinbeck, 1939

Uno degli aspetti  più stimolanti in quest’attività di ricerca tra i nostri connazionali all’estero è l’opportunità di conoscere personaggi  sorprendenti.  Questa volta ci riferiamo a Marco Capoccia da Alvito. Un giovanotto di poco più di quaranta’anni che una ventina di anni fa decise di cercare migliori opportunità di vita negli Stati Uniti.

Sessantotto anni è durato il lunghissimo esilio di Giuseppe (Joe) Di Rezze.  Andò via con la famiglia nel 1950, aveva 9 anni.

Le curiosità della Valcomino non finiscono mai: presso una cantina di Posta Fibreno le bottiglie di vino se ne stanno placidamente coricate su spalliere…  per alleviare la loro stanchezza ogni tanto il cantiniere cambia posizione… mentre le gabbiette stringono i tappi spinti dalla pressione dell’anidride carbonica...  Come mai questa cura per il vino se Posta Fibreno è conosciuta per l’acqua???

Dall’alto ronza  un drone con una telecamera. Dietro la telecamera c’è l’occhio di Philippe Brolet e davanti alla lente c’è sempre Brolet … la sua vita divaricata con un piede in Belgio, e un piede in  Atina.

 

 

Paul Forte è un personaggio singolare: figlio di un Forte di Monforte (Mortale) di Casalattico e di una signora toscana, all’età di cinquant’anni divide il suo tempo tra Brighton, Pisa, città di provenienza della madre, dove ora risiede e lavora, e Monforte di Casalattico, per fedeltà paterna. Parla un perfetto italiano, con quell’accento anglosassone bleso e sofisticato. Riservato e sagace con toni da aristocratico inglese, amalgamati con i cromosomi italiani della disponibilità e della bonomia.

Il soffione, umile ma prezioso, è una intrigante rappresentazione di Jennifer Visocchi. La leggerezza è sovrapponibile alla leggiadria della danza classica. Il gioco del soffio, come le leggende tramandano, è il miglior auspicio per la realizzazione dei sogni. Infine la dispersione dei semi rappresenta le diverse traiettorie che le migrazioni umane realizzano e di cui Jennifer, attraverso nonno Amedeo Visocchi, è erede.