Nella Bruxelles acciaio e vetro fare una passeggiata alle quattro di pomeriggio di un qualsiasi martedì di febbraio non è un’esperienza entusiasmante.

Tutti sembrano badare esclusivamente ai loro lavori, alle loro case, alle loro auto, ai loro autobus.

Se non hai niente da fare, Bruxelles è la città peggiore d’Europa.

Ogni tanto un mercato, una stazione, un bar poco affollato... Niente di eccezionale. Tutto sembra scorrere sospeso a dieci centimetri dal suolo e per me, che il mio unico obiettivo della giornata è collezionare in forma di fotografie le piccole epifanie che compongono il quotidiano, è come ritrovarsi in un limbo nebbioso e indistinto.

Il mio girovagare senza meta mi porta in una grande piazza assediata da alti edifici, al centro un ovale di ghiaccio delimitato da una recinzione. E’ una pista di pattinaggio.

Affitto due pattini per mezzora e comincio a pattinare. Le lame dei pattini scorrono sul rigido ghiaccio, mi guardo intorno. Tutto segue il protocollo, i pattinatori seguono l’ovale in senso orario, una coppia si tiene goffamente per mano mentre tenta di non cadere.

Poi, l’epifania che tanto aspettavo.

Lungo uno dei parapetti un padre e un figlio guardano la pista di pattinaggio con lo stupore con cui si guarda per la prima volta un film. Sono arabi, probabilmente immigrati. Potrebbero venire dalla Turchia, dalla Siria, dall’Egitto, dal Marocco. Questo non saprei dirvelo, e sinceramente poco importa. Quello che importa è che questa è forse la prima volta che vedono una pista di pattinaggio sul ghiaccio.

 

Maggiori informazioni su Jacopo Rufo

 

Commenti   

+1 #1 Nadeia De Gasperis 2018-03-11 23:19
L'ora più tenera. Nella foto c'è tutto, riscatto, tenerezza, meraviglia, la prorompenza della bellezza e della dolcezza che infrangono qualsiasi monotona quotidianità e ne sovvertono le regole.
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