Nelle settimane scorse a Purgatorio di Casalvieri è scomparsa Maria Angela Rocca. Aveva 95 anni. Una donna bella, forte, ricca  di dignità e di amor proprio. Il suo nome è legato ad un toccante episodio che la famiglia ci ha autorizzato a ricordare.

Un episodio che testimonia  la sua forza, ma anche la sua sottomissione ai pregiudizi ed alle malignità tipiche delle nostre contrade di qualche decennio fa: sempre preoccupata che si parlasse male di lei.     

L’episodio è legato al  fenomeno degli abbandoni familiari da parte di alcuni migranti, in modo particolare quelli trasferitisi in Venezuela. Anche suo marito Saturnino era emigrato come tantissimi in Venezuela.

Là, come in tutti gli altri posti del mondo,  accadeva che non tutti riuscissero ad avere il successo  sperato. Molto spesso gli emigrati più mansueti,  meno spregiudicati e temerari, riuscivano   a sopravvivere più o meno dignitosamente con un  lavoro dipendente.  A questa categoria apparteneva Saturnino e forse proprio a causa di questa condizione di “non vincitore” ci si lasciava prendere da una sorta di depressione. L’assenza di successo era vissuta come una sconfitta, come una debolezza, in modo particolare nei confronti del proprio ambiente e della propria famiglia. La reazione a questa condizione si trasformava in una specie di inedia familiare a causa della quale poteva accadere che cessassero i rapporti epistolari, che il traffico delle notizie si esaurisse e che tutto ciò si traducesse, dapprima nei pettegolezzi  e nelle maldicenze della contrada,  e poi in modo più ufficiale, nell’abbandono della famiglia. 

Questo era stato grosso modo  il percorso di Saturnino. Improvvisamente a Maria non arrivarono più notizie del marito. Le lettere, che pure arrivavano con mesi di ritardo, erano cessate. La famiglia aveva due bambine, e quei pochi soldi che Saturnino all’inizio riusciva a mandare erano benedizione per Maria e le figliole. Con le lettere cessarono pure quei pochi soldi. La condizione economica di Maria e delle figliole era tragica, la condizione morale di Maria altrettanto, non solo in quanto donna abbandonata, ma soprattutto perché preda dei pettegolezzi della contrada, con le maldicenze che circolavano dietro le spalle. Maldicenza sotterranea, cattiva, bigotta. Talvolta accadeva, anche se non sappiamo affatto che la questione riguarda questo caso, che la responsabilità dell’abbandono, nei pettegolezzi della contrada, fosse attribuita alla donna/moglie, in virtù del vecchio ruolo cattolico della donna “peccatrice”. Maria e le figliole vivevano questa situazione come una  maledizione di cui non avevano nessuna responsabilità. A questa “maledizione” si accompagnava una condizione economica che sfiorava la miseria più nera. Una miseria che costringeva le figliole ad avere sandali fatti con il cartone….

VESTITE BENE PER LA FOTO CON IL CONIGLIO

No, proprio no, spesso si sente rimpiangere i vecchi tempi  come un’età della felicità, di una povertà bella perché si “cantava…”, invece la realtà era la condizione morale, psicologica ed economica  che Maria e  le figliole vivevano. Proprio niente da rimpiangere.

Tornando tuttavia al nostro episodio, era consuetudine che quando un paesano tornava, dal Venezuela si tornava sempre per un po’ di mesi, tutti gli altri compaesani gli affidassero dei regalini da consegnare alle rispettive famiglie e parentele. Si viaggiava per nave, con bauli immensi, dunque si potevano portare questi regalini.

TIPICO BAULE DA VIAGGIO DI RITORNO

Si trattava di giocattoli per i bambini, di confezioni di caffè o di cioccolata, di indumenti. Regali e pensieri innocenti, che recavano l’affetto della persona cara lontana. Il paesano rientrato dopo qualche giorno avvisava la contrada che il tal giorno avrebbe incontrato tutte le famiglie per consegnare i regali mandati dai congiunti. Nell’episodio in questione il paesano affidatario dei regali era Natalino Catallo. Natalino fissò un appuntamento e si presentò con il baule colmo: la folla allegra di mogli e bambini della contrada lo circondò. Tra la folla c’era anche Maria. Doveva essere presente perché ostinata a negare/rifiutare a se stessa e agli altri l’abbandono del marito. Iniziò la distribuzione, per talune i regali erano più d’uno. La distribuzione terminò, a Maria nessuno aveva mandato regali. Natalino rammaricato le confermò che per lei non c’era niente. Maria tutta esitante, imbarazzata e furtiva si avvicinò ad una amica che aveva ricevuto diversi regali e le disse: “Comare, prestami per favore un pacchetto, scendendo a casa la gente vede che anche Saturnino ha pensato a noi, poi stasera te lo restituisco.”

Un episodio emozionante per il suo candore, per il tentativo di rifiutare una dolorosa realtà, per la pesantezza dei condizionamenti e dei pregiudizi della comunità. Successivamente a questo episodio, Maria, impossibilitata a garantire una esistenza dignitosa alle proprie figliole con il pochi spiccioli che le venivano da un lavoro faticoso ed massacrante sui palloncini, decise di seguire il fratello che era emigrato in Francia.  Il fratello Carlo era uno dei famosi Sette della zona Canalara/Tufo che, guidati da Michele Giovanni Rocca, se ne erano andati in  Perù….perchè  Peppino Rocca aveva riferito, su suggerimento di un agente di viaggio di Isola del Liri, che lì c’era lavoro !!!!!…..

Maria Angela e le figliole Gina ed Irma furono ammesse in Francia a nuova vita. Lavoravano duramente, ma erano benvolute e trattate con dignità dalla famiglia proprietaria dell’azienda dove avevano trovato occupazione.

 

MADRE E FIGLI IN FRANCIA IRMA CON IL FIGLIO ROBERTO

 

IRMA CON IL FIGLIO MARIO

L’incubo di Maria Angela era stato respinto: nessuno aveva potuto parlar “male” di lei, e Saturnino era ritornato… Sul finire degli anni sessanta Maria Angela, dopo la scomparsa di Saturnino ritorno’ a Tittarocca, riconquistando a “fronte alta” la considerazione di quanti erano ancora rimasti nella sua contrada. Quella contrada di sessanta anni fa che con le sue “chiacchiere” aveva rischiato di perderla. Maria Angela non si era battuta invano per un modello di famiglia, rispettabile ma antiquato...

CON SATURNINO DOPO IL PERDONO

 

  

MARIA ANGELA CON LE FIGLIE IN TARDA ETA’

MARIA ANGELA DA PRINCIPESSA

Buon viaggio Maria, e ti sia lieve la terra ….

Commenti   

0 #1 simonetta rocca 2018-12-20 21:52
Ringrazio di cuore il Prof. Francesco Ianni, per aver riportato la testimonianza della cara Nonna Maria, scomparsa circa 1 mese fa. Una storia triste e commuovente, che racchiude la dura realtà dell' emigrazione e di tante storie analoghe a questa, in cui il protagonista principale è sempre la donna, costretta a portare avanti la famiglia con poche risorse e con tanta dignità legate all' assenza del marito emigrato all' estero per lavoro. La cara nonna Maria è stato un esempio per tutti noi di grande coraggio, sacrificio e orgoglio, che porteremo sempre nel nostro cuore attraverso il suo ricordo. Pertanto l'importante contributo del Prof. Ianni, deve farci riflettere, che ci sono tante storie simili che appartengono ad ognuno di noi e che soltanto attraverso il racconto si può avere la consapevolezza di far parte di un passato che ci tramanda ancora oggi tanti pregiudizi.
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