Serafina è una signora di mezza età. Un sorriso che ispira simpatia, un carattere positivo ed apparentemente placido, perché si ritrova una curiosità, una energia ed una vivacità speciali. 

When we were young 

Tra i vicoli di Fontitune

Attualmente alterna periodi vissuti in Scozia, dove emigrò da bambina, con periodi  di permanenza in Villalatina. Ma come il cognome suggerisce è originaria di Picinisco, della contrada di Fontitune, pur essendo nata a San Vittore del Lazio, dove suo padre Raffaele in inverno dirigeva il suo gregge in una sorta di rapida transumanza interna. Ora Serafina da qualche anno è in pensione, e in questa fase della sua vita ha scoperto il piacere di scrivere e raccontare. Recentemente, a proposito di curiosità e di vivacità, ha pubblicato un libro “The wee italian girl”, “La piccola ragazza italiana”. L’occasione è stata la bocca aperta della nipotina Erika a cui Serafina, sotto forma di favole, raccontava storie della sua vita sui monti e i campi di Picinisco, con le tradizioni e le abitudini della sua fanciullezza e della sua adolescenza. “Gli educatori e i pedagogisti sarebbero entusiasti di questa nonna che racconta le sue storie alla nipotina: tramanda una cultura, trasmette luoghi, modi di vivere, speranze e sogni di un mondo scomparso, trasmette il bisogno di ricordare, di conoscere e di andare avanti. Se i nonni e i genitori recuperassero questa funzione di raccontare forse gli adolescenti avrebbero una serenità psicologica ed una cognizione della propria identità più stabile”.

Serafina ha pensato di raccogliere appunto in un libro le storie raccontate alla nipotina, senza pretese letterarie, ma con un intento di testimonianza e con un valore antropologico assolutamente apprezzabile. I commenti di contro copertina non possono che raccogliere il nostro plauso:  La storia di un’emigrata, ma anche la storia di una vita più semplice. Un tempo negata e messa da parte e ora più che mai cercata e ammirata. Un antico stile di vita. Vivere con la natura e le stagioni. Passando dall’alta montagna a pianura. L'aria e l'acqua più pulite, il cibo e il vino più puri. Tuttavia “The Wee Italian Girl” è un documento per molti italo-scozzesi che, a parte i pittoreschi villaggi e le maestose montagne, vogliono davvero sapere da chi e da dove provengono.

Il testo, pubblicato in inglese, è stato recentemente tradotto dalla d.ssa Giulia Scognamiglio di Atina e in primavera sarà pubblicato e reso disponibile.  Ma il fascino della scrittura ha preso Serafina che ha in preparazione un altro volume.

Serafina

Dunque la famiglia di Serafina era una famiglia di pastori: fatica e sacrifici continui. Negli anni cinquanta le prospettive per una famiglia di pastori non erano entusiasmanti. Solo dopo diversi decenni sarebbero intervenuti progetti e sviluppi, che culminando con il prestigioso riconoscimento della Dop al Pecorino di Picinisco, avrebbero dato prospettive e dignità a quest’attività. Ed è proprio per questa mancanza di prospettive di sviluppo che papa’ Raffaele decide di ascoltare i consigli di una sorella già emigrata in Scozia che raccomandava a tutta la famiglia di trasferirsi lassù perché le cose promettevano bene. Nel 1958 papà Raffaele vende tutto e va in Scozia. Si appoggia alla sorella ed appena dopo qualche mese richiama tutta la famiglia con i tre piccoli figli, Fortunato, Serafina e Vincenzo. Il percorso è abbastanza simile al percorso di tanti altri piciniscani e valligiani emigrati nelle Isole britanniche: un periodo di lavoro, secondo le leggi dell’epoca, per avere il permesso di soggiorno e subito dopo apertura di un Fish and chips di proprietà. E’ nel 1963 che la famiglia ritorna per la prima volta, e nello stesso anno Serafina conosce Bruno che diventerà suo marito dopo pochi anni. Bruno la seguirà in Scozia, presto la coppia si sposerà.  E nel 68 papà Raffaele, che nel frattempo era riuscito a possedere ben tre negozi, ne affiderà uno alla giovane coppia. Nel 69 nascerà Maria Cristina, la madre di Erika e nel 1971 Remo. La vita della famiglia scorre tranquilla e serena. Serafina è impegnata in una Associazione di emigrati ad Edimburgo, per mantenere vivi costumi e tradizioni della madrepatria ma anche in attività sociali ed assistenziali. Con una punta di rammarico Serafina afferma che quello spirito associativo e di mutua collaborazione si è ora disperso, passando alla terza generazione di discendenti di emigrati, che integrandosi nella società scozzese sentono molto poco il richiamo della cultura di origine, anche in funzione di percorsi di studio e di lavoro totalmente diversi rispetto ai percorsi delle prime generazioni. Lo stesso Remo, figlio di Serafina, non ha proseguito l’attività dei genitori e ha avuto un’intensa e variegata esperienza nel mondo del lavoro, passando dall’impegno nella musica a quello nella moda, dal giornalismo al design, all’immobiliare, viaggiando in tutto il mondo. 

Mio papà Raffaele

Mio marito Bruno

La mia famiglia al completo

Mia figlia con il marito

Mio figlio Remo

LA FESTA DEL FISH AND CHIPS DI VILLALATINA

Tutto ciò potrebbe rientrare nella normalità, nel quotidiano privato, ma nel 2002 l’impegno di Serafina diventa sociale e pubblico.  Con alcune amiche e collaboratori progetta una iniziativa pubblica, l’ormai famosa manifestazione estiva “Il fish and chips” di Villalatina, una giornata dedicata a cucinare ed offrire il tipico piatto popolare delle isole britanniche. Un piatto che può essere delizioso e gradito, soprattutto se le materie prime e i metodi di preparazione sono di qualità. E la qualità del pesce e delle patate che si serve a Villalatina è unanimemente di ottima qualità. L’operazione non è solo una festa, ma è un’operazione culturale assolutamente intelligente, l’emigrazione è occasione di contaminazione, di reciproco scambio di costumi e di abitudini, e nella vita quotidiana i costumi alimentari sono molto importanti. Siamo convinti, a ragione, che sul piano alimentare le nostre abitudini siano le più sane e più gustose, ma questo non significa che nel resto del mondo non ci siano proposte gastronomiche ugualmente gradevoli e gustose. Accostarsi ai piatti degli altri luoghi del mondo è segno di disponibilità e di apertura mentale. Ritornando all’iniziativa di Serafina, lei ci tiene a segnalare che lo sponsor principale della manifestazione è un signore inglese di Newcastle, Bill Colbeck. Il signor Colbeck è un grossista del catering che rifornisce molti dei negozi di proprietà che nostri concittadini in Scozia. Interpellato ha aderito subito alla proposta di rifornire la manifestazione con prodotti inviati direttamente dalla Scozia, freschissimi e di qualità.  E lo stesso Colbeck ogni anno viene per tre giorni a Villalatina per presenziare alla manifestazione e dare i suoi buoni consigli. E’ di una correttezza esemplare questo signor Colbeck, non vuole dare nessun tipo di fastidio e per tre giorni, nonostante gli inviti privati, se ne va in albergo a Picinisco. Serafina racconta che in una occasione, nel corso della manifestazione, non riusciva a vederlo, lo trovò che stava facendo la coda per ordinare il suo piatto di pesce e patatine. Il signor Colbeck non diede ascolto alle rimostranze di Serafina che voleva farlo servire con priorità e continuò imperterrito a fare la sua fila. Chissà se il signor Colbeck non merita un pubblico riconoscimento dalle istituzioni locali ….Ma non solo questo, altro è da segnalare rispetto a questa manifestazione: la gestione dei profitti. Ciò che si ricava dal lavoro volontario e dai prodotti del signor Colbeck viene distribuito in beneficenza, dal sostegno ad alcune famiglie in difficoltà, al contributo a “Save the children”, alle strumentazioni donate alla Casa di Tom di Atina, dal contributo per i restauri della Chiesa di Santa Lucia, al contributo per attrezzare il parco giochi per bambini. Ci tiene inoltre Serafina a rilevare che quest’anno il Comitato organizzatore ha comperato un paio di padelle elettriche ed altrettante ne saranno comprate il prossimo anno per avere le attrezzature a norma di legge.  La parte finale del racconto di Serafina è tutta per ricordare e ringraziare coloro che dedicano il loro tempo e le loro energie per questa pregevole iniziativa, in primo luogo segnala Maria Pia e Antonella Valente ma l’elenco dei volontari è molto nutrito e Serafina li cita tutti insieme al Sindaco Luigi Rossi. Non manca ovviamente di ricordare la squadra dei “friggitori”, organizzata dal genero Franco Cardella. Una squadra che viene direttamente dalla Scozia a smanettare dietro le padelle fumanti per fornire patatine ed ottimo pesce. Questa la lezione che possiamo apprendere dalla piccola storia di Serafina: essere legati alle proprie origini con lo sguardo al presente ed al futuro, con un pensiero verso i più deboli e verso il sociale della propria comunità di origine.

Al lavoro nel Fish and Chips

A pranzo con i volontari del Fish and Chips

Con i ragazzi della casa di Tom

 

 

Un brano del libro

SEDUTA VICINO AL CAMINO SOGNANDO AD OCCHI APERTI

La ragazza si sedeva vicino al camino e guardava le fiamme.  Cercava di guardare nel futuro.  Come sarebbe stata la sua vita in un paese lontano? Perché dovevano partire? A lei piaceva dove stava, amava andare a scuola l’estate e l’inverno.

Ricordava che l’anno scorso, il suo primo anno in una scuola d’inverno, tutti i bambini la guardavano come un estranea, la figlia di un pastore. Presto ebbe modo di conoscerli, parlavano la stessa lingua.  Avevano diversi stili di vita, ma anche loro erano ragazzi di campagna.  Lavoravano la terra, rimanevano sempre nello stesso posto, non si spostavano come la famiglia della ragazza.

Ricordava che l’anno prima, a Pasqua, i ragazzi regalavano delle uova alla maestra, legate in un canovacchio, da cinque a dieci uova.  La ragazza lo raccontò alla mamma e anche lei voleva regalare delle uova.  Non voleva essere diversa dagli altri.

La ragazza era mortificata quando la mamma le consegnò soltanto due uova in un fazzoletto legato, perché non ne aveva altre.  Forse andare in Scozia sarebbe stato come andare giù: nuova gente, un modo diverso di fare le cose, essere considerati estranei da tutti, ma a questo la ragazza e la sua famiglia erano già abituate.

La mamma e il padre facevano del loro meglio per far vedere alla gente di campagna che erano persone oneste.  Chiedevano sempre se potevano far pascolare le pecore sui campi incolti e pagavano sempre per il pascolo che affittavano.  Se qualcuno era particolarmente gentile e disponibile, gli regalavano del formaggio fresco e della ricotta.

A Pasqua il papà offriva al proprietario del terreno agricolo un agnellino.  Il padre spiegava sempre ai figli di non toccare cose che non gli appartenevano.  Diceva sempre: “Quando vivete con gli estranei dovete sempre fare vedere che siete onesti e grandi lavoratori. Dovete sempre camminare a testa alta.  Se potete fare questo, potrete tornare anno dopo anno e la gente vi rispetterà.”

La Scozia e i suoi paesaggi sempre nel mio cuore

 

Un messaggio della protagonista

HELLO! MY NAME IS SERAFINA CROLLA AND I AM THE AUTHOR OF “THE WEE ITALIAN GIRL”

I live in Villa Latina although my parents were from Picinisco.  At this late stage of my life I am now retired and to pass the time I put pen to paper to see what I could come up with and sometimes we can even surprise ourselves.  I have written poetry, tried to keep a diary and even written letters when it is completely out of fashion.

I wrote “The Wee Italian Girl”  for my granddaughter Erika.  Well it basically started with short stories for her and then halfway through it went a little deeper into other topics.  By the end I thought, well this is quite good.  My son Remo was the first to read it. My daughter Maria Cristina suggested that I publish it, which I did.

Remo opened a website to sell the book and we were delighted when orders arrived from as far as Australia, Canada, the USA, France, Italy and of course all over the UK.

At my age it was pure joy for me to see the success of the book.  When we retire we need some kind of hobby to keep our brain active, so this is mine.

I have written another book which will soon be out in English and Italian.  My children think that it is even better than the first.  But as far as I’m concerned “The Wee Italian Girl” will always be my baby.

“The Wee Italian Girl” is available in English from Cesidio Di Ciacca Winery in Picinisco and soon will also be available there in Italian.  It’s a great place with delicious wine and extra virgin olive oil. Try it!

 

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